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Sommario generale
Il progetto Maurolico
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Opere
Introduzione
1. Euclides
2. Sphaerica et parva astronomia
3. Arithmetica et algebra
4. Archimedes
5. Conica
6. Musica
7. Optica
8. Cosmographia et astronomica quaedam
9. Mechanicae artes
10. Epistulae

Instrumenta Maurolyciana
Introduzione
1. Catalogi
2. Bibliographica
3. Biographica
4. Iconographica
   
F  r  a  n  c  i  s  c  i        M  a  u  r  o  l  y  c  i        O  p  e  r  a        M  a  t  h  e  m  a  t  i  c  a

Descrizione del progetto


Pier Daniele Napolitani
upd. 14 agosto 1999


1  L'opera di Francesco Maurolico

Francesco Maurolico (1494-1575) fu uno dei principali matematici del Cinquecento europeo. Trascorse quasi tutta la sua vita a Messina e in Sicilia, rimanendo cosí relativamente ai margini dei grandi centri culturali dell'epoca: Roma, Venezia, Firenze, Urbino. Ciò non gli impedí tuttavia di metter mano a un vastissimo programma di restaurazione e recupero della matematica classica. Alla fine della sua vita, nel 1575, Maurolico aveva approntato edizioni, compendi, commenti dell'opera di Euclide, Archimede, Apollonio, Sereno, Teodosio, Menelao, Tolomeo, Autolico; e oltre a questi autori, presentati - senza troppi scrupoli di fedeltà alla lettera dei loro testi - ex traditione Maurolyci, aveva completato una serie di opere originali in vari campi della matematica (ottica, aritmetica, statica, gnomonica, astronomia) in cui spesso venivano ottenuti risultati e individuate metodologie dimostrative che si spingevano oltre i risultati piú avanzati dell'antichità classica.

Varie circostanze non permisero che Maurolico, durante la sua vita, riuscisse a pubblicare il complesso della sua opera. Pochi furono i testi editi (la Cosmographia del 1543, il Teodosio del 1558, gli Arithmeticorum libri duo e gli Opuscula mathematica del 1575), gran parte della sua produzione rimase manoscritta alla sua morte; e, inevitabilmente col passare dei decenni, il corpus originale dei manoscritti andò disperdendosi. È vero che a questo processo di dispersione si accompagnarono, nel corso del XVII secolo, alcune iniziative editoriali che permisero la pubblicazione dell'ottica (1611), dell'Apollonio (1654), dell'Archimede (1685). Ciò nonostante erano destinati a rimanere inediti fino ai nostri giorni il complesso della sua opera euclidea, per tacere di una serie molto cospicua di opere e di scritti minori.

La figura scientifica di Francesco Maurolico ci appare dunque come quella di un matematico che, ansioso di recuperare in una nuova encyclopaedia il sapere della matematica antica, si imbarca in un'impresa di ricostruzione scientifica destinata a durare per tutto l'arco della sua vita. Il carattere assai poco filologico delle sue ricostruzioni lo porta a ripercorrere in continuazione il lavoro già fatto, a ritoccare, ad aggiungere nuove edizioni, nuove ricerche originali via via che, con l'avanzare del secolo decimosesto, nuovi testi e nuovi autori e nuove conoscenze si rendono disponibili ad una nascente comunità di matematici. Si può forse arrivare a dire che questo carattere di work in progress perpetuo costituí una delle cause che impedirono la pubblicazione completa dei suoi lavori principali e contribuí al processo di dispersione dei suoi scritti.

2  Problemi di un'edizione critica dell'opera scientifica di Maurolico

Per i motivi cui si è appena accennato, l'opera di Maurolico presenta caratteri di interconnessione molto forte. Gli studi piú recenti hanno messo in rilievo questa sua caratteristica che costituisce il principale problema da affrontare in vista della costituzione di un'edizione critica.

La produzione mauroliciana complessiva consiste di circa 5000 pagine fra manoscritti e stampati, circa la metà delle quali inedite. Anche la parte edita risale (salvo limitate eccezioni) ad edizioni del XVI e del XVII secolo. La maggior parte dei testi ci è pervenuta attraverso un unico testimone, manoscritto (quasi sempre autografo) o a stampa. È il caso, per fare qualche esempio, dell' Archimede pervenutoci (con l'eccezione del De mensura circuli) solo attraverso l'edizione palermitana del 1685. Dell'Apollonio abbiamo la stampa del 1654, un manoscritto autografo dei primi quattro libri, un apografo del XVII secolo per la restitutio mauroliciana del quinto e del sesto. Il caso piú complesso è forse costituito dall'ottica mauroliciana: due edizioni assai ravvicinate (Napoli 1611 e Lione 1613) dei Photismi de lumine et umbra e dei Diaphana, un manoscritto autografo dei soli Diaphana, un apografo con correzioni marginali di mano di Maurolico dei Diaphana e dei Photismi.

Questa situazione riflette certo, almeno in parte, la tendenza di Maurolico a ritornare sulla sua opera, rilavorandola sistematicamente e nascondendo le tracce delle precedenti elaborazioni. Una volta raggiunta l'elaborazione definitiva Maurolico la consegnava alla carta datando lo scritto con grande precisione. L'unica eccezione sembra essere quella degli scritti aritmetici, di cui ci è pervenuta una certa mole di frammenti ed elaborazioni parziali, precedenti le date apposte in calce agli Arithmeticorum libri duo.

A prima vista, dunque, il lavoro dell'editore sembrerebbe semplice. Si dovrebbe trattare di fornire il testo mauroliciano secondo l'ultima versione datata dall'autore stesso, testo tradito quasi sempre da un unico testimone.

Tuttavia, nel corso del seminario All'alba della matematica moderna. Francesco Maurolico e il ritorno dei classici tenuto a Pisa presso il Dipartimento di matematica fra il 1993 e il 1996 e specificamente indirizzato ai problemi di edizione dell'opera matematica mauroliciana, si è sviluppata una serie di studi preliminari che ha permesso di stabilire che la situazione reale è molto diversa da quanto poteva apparire ad un primo e superficiale esame. È emerso, in particolare che le date apposte da Maurolico alle sue varie opere hanno spesso un carattere puramente indicativo, dato che in molti casi si può dimostrare l'esistenza di importanti interventi dell'autore posteriormente alla data dichiarata; e, per converso, l'esistenza di testi ora perduti o di strati testuali ben identificabili, precedenti di molti anni tale data. Altro aspetto che complica molto il lavoro dell'editore mauroliciano sono le interconnessioni fra le varie opere. Troviamo nell'Euclide una molteplicità di rinvii e riscontri ai testi aritmetici; grandi parti dell' Archimede risultano strettamente legate ai lavori su Apollonio e le sezioni coniche, che a loro volta rimandano a ricerche di gnomonica.

Lo scaglionamento nell'arco di molti decenni dell'elaborazione di un'opera rende altresí molto complesso il problema delle fonti. Nel caso dell'Archimede si assiste, per esempio, ad un'elaborazione iniziata solo sulla scorta di testi pseudoarchimedei medievali che termina utilizzando appieno l'editio princeps di Basilea e le Coniche di Apollonio.

Un altro problema emerso nel corso degli studi preliminari è quello relativo alle edizioni seicentesche, in particolare dei Problemata mechanica (Messina, 1613), dell'Emendatio et restitutio conicorum Apollonii Pergaei (Messina, 1654) e dell'Admirandi Archimedis Syracusani Monumenta (Palermo 1685). Soprattutto per quanto riguarda le ultime due (si tratta di opere che da sole costituiscono forse un quarto dell'intera produzione) si pone il problema di stabilire in che misura il testo sia stato manipolato dal loro editore. Il problema è tanto piú importante in quanto pare ormai accertato che a queste edizioni collaborò uno dei migliori matematici italiani dell'epoca, Giovanni Alfonso Borelli, e quindi perfettamente in grado di introdurre nel testo varianti e correzioni anche di rilievo.

Per riassumere. Il problema principale dell'edizione è costituiuto dalla vastità dell'opera, dalla varietà dei temi trattati e dalla mole di materiale da pubblicare; esso è ulteriormente complicato da quattro problemi difficilmente risolubili opera per opera: il problema della datazione, dell'interconnessione, delle fonti e, infine, dell'esistenza di testimoni molto tardi. Contro questi problemi si viene a scontrare qualsiasi progetto di edizione dell'opera del matematico messinese.

3  Edizione "elettronica" come edizione in progress

Un'edizione seria di una qualunque opera mauroliciana sembra dunque dipendere dalla possibilità dell'esistenza preliminare di un edizione completa dell'intera opera matematica. Posto in questi termini, il problema appare evidentemente insolubile, o solubile solo avendo a disposizione mezzi finanziari e tempi di realizzazione assolutamente fuori dalla norma.

È proprio per poter risolvere questo paradosso, per cui l'opera di Maurolico sarebbe condannata a rimanere inedita, o edita malamente, per i secoli dei secoli, che il comitato scientifico di questa edizione ha deciso di far ricorso alla possibilità di un'edizione "elettronica". Con questo mezzo infatti risulta credibile poter arrivare in tempi relativamente brevi a poter disporre almeno di una trascrizione completa di tutti i testi e di una collazione dei vari testimoni ove si dia il caso. E cosí, a poco a poco, i vari studiosi impegnati nell'edizione, potranno affinare il loro lavoro profittando contemporaneamente, e in tempo reale, del lavoro degli altri.

È questa l'esigenza principale che ci ha spinto a percorrere la strada dell'edizione "elettronica". Non ci interessa infatti che la nostra edizione sia "bella", ricca di immagini, di animazioni e di colori. Il nostro scopo principale è quello di utilizzare i mezzi elettronici per poter venir a capo di questa impresa in tempi ragionevoli.

Una volta fatta la scelta dell'edizione "elettronica", abbiamo però cercato di programmarla in modo da poterne sfruttare le potenzialità, mantenendo tuttavia un equilibrio fra risorse da investire nell'elaborazione delle pagine "elettroniche" e risorse da investire nello studio e nell'edizione, privilegiando ovviamente queste ultime. L'immissione dei testi nel nostro sito avviene secondo un certo protocollo, di cui diamo qui le linee essenziali.

4  Ordinamento dell'edizione

Questo progetto editoriale si configura dunque, seguendo le caratteristiche del suo oggetto, come un work in progress. Tale carattere, unitamente alla scelta di evitare per il momento l'edizione cartacea, permetterebbe di rinviare di vari anni il problema della scelta di un ordinamento definitivo. Riteniamo però che una scelta del genere vada compiuta sin dall'inizio in modo da orientare il lavoro dell'edizione e costituire, per cosí dire, le linee portanti della sua architettura.

Era evidentemente improponibile, per i motivi qui sopra esposti, la scelta di un ordinamento cronologico delle opere mauroliciane. Come si è detto, ci sono opere, quali il De momentis aequalibus cui Maurolico lavorò dagli anni Venti agli anni Sessanta del XVI secolo. Come attribuire loro un posto in un ordinamento cronologico? Se è vero che un ordinamento cronologico può risultare piú "oggettivo" di un ordinamento per argomento, nel caso specifico si sarebbe introdotto un altissimo livello di arbitrarietà nella datazione di un'opera. In certi casi avrebbe potuto, a rigore, portare alla separazione di parti di una stessa opera in epoche molto lontane, dando luogo ad un ordiamneto confuso e assi poco maneggevole anche per lo studioso esperto di cose mauroliciane.

Escluso l'ordinamento cronologico, restava quello per argomento. Ma come suddividere? Occorre ricordare che la produzione di Maurolico fu scandita dal suo stesso autore in vari Indices lucubrationum. Caratteristica precipua di questi indices è la suddivisione primaria della sua produzione in aliena e propria. Vari motivi di opportunità si opponevano però all'utilizzazione degli indices come guida a stabilire l'architettura dell'edizione. In primo luogo la suddivisione in aliena et propria portava anche qui alla separazione di cose invece strettamente apparentate. In secondo luogo, vari testi presenti nell'ultima redazione dell'index sembrano andati perduti; per converso disponiamo di testi che in tale redazione non compaiono. Inoltre l'index lucubrationum, piú che un piano editoriale appare essere per l'appunto un indice della produzione mauroliciana. Si è quindi ritenuto opportuno evitare di seguire questa strada, che fra l'altro avrebbe richiesto la separazione fra testi e compendi dei testi stessi.

Ci è sembrato infine di poter risolvere il problema della divisione dell'opera mauroliciana in argomenti utilizzando un progetto enciclopedico dovuto allo stesso Maurolico (vedi Moscheo:1988, pp. 533-47 e Matton:1990, pp. 283-306). Utilizzando questo progetto, anche senza seguirlo alla lettera, si può arrivare a una suddisione delle opere che rispecchia sia un'idea del loro autore che dei criteri di oppurtunità e di comodità. Abbiamo quindi pensato di distribuire l'intera produzione mauroliciana in Mathematicae purae e Mathematicae mixtae. Una terza grande suddivisione comprende gli scritti di metodo e la corrispondenza mauroliciana. Il tutto viene a distribuirsi in undici volumi:

1. Euclides
2. Sphaerica et parva astronomia
3. Arithmetica et algebra
4. Archimedes
5. Conica
6. Musica
7. Optica
8. Cosmographia et astronomica quaedam
9. Mechanica
10. Epistulae

Questa è dunque l'ossatura della nostra edizione, questa divisione rappresenta, a grandi linee, il nostro progetto.

5  Strumenti di lavoro

Abbiamo ritenuto opportuno fornire allo studioso una serie di strumenti di lavoro. In questo sito si trovano nettamente distinti dai testi e nell'edizione cartacea verranno pubblicati in volumi a parte.

Gli Instrumenta Maurolyciana comprendono: vari cataloghi per orientarsi nella produzione manoscritta e a stampa, una bibliografia mauroliciana il piú possibile completa, una sezione biografica in cui oltre all'edizione della Vita dell'abate del Parto scritta dal nipote Francesco Maurolico jr. e alla cronologia dei suoi scritti verranno raccolti tutti i documenti di archivio relativi alla vita e agli scritti di Maurolico e infine una sezione di iconografia mauroliciana.

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